L’Italia si è finalmente espressa in fatto di abolizione dell’ora legale. Cosa dobbiamo aspettarci per questo 2025?
Marzo è alle porte. Un mese preferito da molti, perché trascina con sé l’aria di primavera, temperature più miti e giornate più lunghe. A tal proposito, di norma ci apprestiamo a cambiare le lancette dell’orologio. Ma per questo 2025 dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso?
Cambiare l’ora nel mese di marzo significa spostare di un’ora in avanti le lancette dell’orologio. Ne consegue che quella notte dormiremo un’ora in meno ma inizieremo a godere del piacere di giornate più lunghe, con il tramonto del sole rimandato un’ora più tardi. Tuttavia, ormai sono anni che sentiamo parlare dell’abolizione dell’ora legale che porterà allo stop di queste modifiche orarie, adottando l’ora solare come definitiva. L’Italia ha finalmente preso una posizione in merito?
L’Italia si è trovata a dover prendere questa decisione. In realtà, ad insistere affinché avvenga la modifica sono per lo più i paesi del Nord Europa, i quali nei mesi estivi non riscontrano grandi benefici nel cambio dell’ora, al contrario di quelli nell’area del Mediterraneo, come l’Italia.
Questa convenienza fa sì che per i prossimi anni la Penisola sia ancora soggetta al cambio dell’ora. Si tratta dello stesso passaggio che molti anni fa era conosciuto come “ora estiva“, diversa dall’ora legale. Parliamo di un orario che utilizziamo nei mesi più caldi per sfruttare più a lungo la luce del sole tra la Primavera e l’Autunno.
Il periodo di sole più lungo non è l’unico vantaggio che il Bel Paese trae dal cambio dell’ora. L’ora solare permette alla popolazione di risparmiare sull’energia. Senza il cambiamento derivato dall’ora legale, anche molte ore di luce dall’alba fin quando inizia la maggior parte delle attività lavorative andrebbero perse.
Nonostante il risparmio energetico registrato nei paesi che hanno aderito alla convenzione, non tutti sono convinti dell’utilità del cambio dell’ora introdotta ormai oltre sessanta anni fa. Non a caso, nel 2018, la Commissione Europea ha indetto un sondaggio per richiedere l’opinione dei cittadini. I risultati furono chiari: ben l’84% dei votanti chiese l’abolizione del cambio dell’ora.
Paesi come la Russia hanno stabilito di mantenere l’ora legale per 12 mesi, mentre l’Italia ancora mantiene il cambio, spezzando l’anno in due con 6 mesi di orario canonico e 6 mesi di ora legale. Negli ultimi anni, questo è tornato ad essere un argomento molto dibattuto, persino collegato a fastidi come jet lag, fusi orari e sintomi da scombussolamento dei ritmi biologici del corpo umano.
Nonostante i disagi fisici di cui si sente parlare, che spaziano dalla stanchezza alla sonnolenza, alla debolezza e addirittura agli sbalzi d’umore, in tempi in cui il risparmio energetico rappresenta una priorità, non possiamo non tenere conto dei numeri raccolti in fatto di risparmio.
I dati accolti da Terna, azienda che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, dichiarano un risparmio di 10 miliardi di Kwh dal 2004 al 2020, vale a dire circa 1 miliardo e 720 milioni di euro. Proprio sulla base di questi dati, l’Italia per il 2025 conferma il cambio dell’ora, che avverrà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, passando dalle h 2:00 alle h 3:00.
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